Il caridinaio...
...la temperatura e i parametri ideali dell'acqua
Una delle regole d'oro per un allevamento che garantisca benessere alle caridine e vi dia soddisfazioni è quella di predisporre una vasca dedicata specificatamente ed esclusivamente a loro. In altre parole è bene che non vi siano altri ospiti in vasca oltre alle caridine, eccezion fatta per le lumache. Non sono ammessi pesci, ma se proprio non se ne può fare a meno, sono accettabili ancistrus, otocinclus e simili...poichè appartenenti alla famiglia dei loricaridi, con abitudini alimentari erbivore; in pratica non prederanno e non mangeranno le baby nelle nostre vasche.
Ad ogni modo la presenza di pesci in vasca non farà altro che stressare le nostre caridine facendogli perdere colore e abbassare il loro sistema immunitario.
Per quanto detto fin qui è bene quindi impostare un acquario particolare e speciale: il caridinaio.
Ad ogni modo la presenza di pesci in vasca non farà altro che stressare le nostre caridine facendogli perdere colore e abbassare il loro sistema immunitario.
Per quanto detto fin qui è bene quindi impostare un acquario particolare e speciale: il caridinaio.
Per quanto concerne le vasche da utilizzare per l'allevamento delle caridine consiglio un litraggio minimo di almeno 20/25 litri netti, ma l'ideale sarebbe un litraggio da 30 in sù.
Come ben saprete più la vasca è grande più sarà stabile nei suoi valori e parametri essenziali. Inoltre con un litraggio elevato non ci sarà problema di sovraffollamento. Ricordiamo che per il calcolo del litraggio di una vasca bisogna moltiplicare le misure in centimetri di altezza, larghezza e lunghezza (HxLxL) e dividere il risultato per 1000. |
Mi raccomando, nello scegliere la vasca, vogliate prediligere vasche più lunghe o larghe piuttosto che alte poichè le caridine essendo detrivore amano girovagare "a piedi", rovistando sul fondo, e non nuotare verso l'alto per poi scendere verso il basso e viceversa. Una colonna d'acqua più bassa inoltre permette un maggior movimento dell'acqua e quindi una maggiore ossigenazione a tutto beneficio delle nostre caridine.
Acquistata la vasca, si passa all'allestimento. Questo varia in base alla specie che si intende allevare ma in linea di massima ciò che cambia è solo il substrato e i sali da utilizzare per preparare l'acqua.
Gli elementi essenziali di un allestimento sono: filtro, substrato, acqua, illuminazione e flora.
Gli elementi essenziali di un allestimento sono: filtro, substrato, acqua, illuminazione e flora.
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Il filtro: rappresenta il cuore della vasca, essenziale per una qualità eccellente dell'acqua. Un'acqua perfetta ci permetterà di avviare un allevamento proficuo e di benessere per ogni tipo di caridina.
Un filtro, per essere efficiente, deve essere scelto della giusta misura e superficie in base al litraggio della vasca. E' consigliabile, infatti, un filtro sovradimensionato piuttosto che sottodimensionato. Esistono diversi tipi di filtro e tutti egualmente efficienti, purchè correttamente dimensionati. Sono 4 i tipi principali: filtro a spugna, filtro d'Amburgo, filtro sottosabbia, filtro esterno. |
Questi filtri possono essere utilizzati singolarmente o anche in combinazione fra loro; quello che conta è garantire una super filtrazione della vasca.
Il filtro a spugna è il filtro più utilizzato dagli allevatori di caridine soprattutto perchè è economico ed inoltre assolutamente innoquo per le baby, che non potranno essere aspirate. Può essere collegato ad un areatore o ad un pompa elettrica come nella foto sopra. Ha sicuramente un efficiente funzionamento biologico e un pò meno sotto il profilo della filtrazione meccanica. Probabilmente richiederà meno manutenzione se utilizzato con una pompa elettrica in quanto vi saranno meno intasamenti o per lo meno con minore frequenza.
Stessa cosa vale per il filtro d'Amburgo, tipicamente utilizzato dagli allevatori tedeschi. E' costituito da una spugna a maglia fine per garantire un'enorme superficie per l'insediamento batterico e per evitare l'aspirazione delle baby. Anche questo può funzionare con un areatore o con una pompa elettrica. Avevo già letto in rete di questo filtro e del fatto che richiedesse veramente poca manutenzione, ma credetemi è ancora meglio di quanto si possa leggere; l'ho messo in funzione più di 1 anno fa nella vasca delle yellow fire neon ed ancora non ho mai fatto manutenzione.
Il filtro sottosabbia o under gravel filter (UGF) è un ottimo filtro, solitamente utilizzato con fondi allofani ed ultimamente inflazionato fra gli allevatori asiatici con i cosiddetti filtri a terrazza. Viene affiancato anche a cannolicchi o sfere biologiche in combinazione col fondo allofano. In pratica l'acqua attraversa il substrato e lo trasforma in vero e proprio materiale filtrante, aspirando le sostanze inquinanti. In questo modo il fondo offre una grande superificie per l'insediamento batterico e viene anche continuamente ossigenato, quindi non c'è il rischio che si creino delle zone anossiche.
Infine, il filtro esterno è come sempre una delle migliori soluzioni per affidabilità, funzionalità e anche esteticamente non è visibile in vasca, per cui ha anche questo vantaggio. Nella manutenzione permette di evitare di mettere le mani in vasca, il che non è altro che un beneficio per la stabilità della vasca ed evita stress alle caridine. L'unica accortezza che bisogna avere è quella di schermare l'aspirazione del filtro con una spugna o una rete a maglia finissima per evitare di aspirare le baby.
Il filtro a spugna è il filtro più utilizzato dagli allevatori di caridine soprattutto perchè è economico ed inoltre assolutamente innoquo per le baby, che non potranno essere aspirate. Può essere collegato ad un areatore o ad un pompa elettrica come nella foto sopra. Ha sicuramente un efficiente funzionamento biologico e un pò meno sotto il profilo della filtrazione meccanica. Probabilmente richiederà meno manutenzione se utilizzato con una pompa elettrica in quanto vi saranno meno intasamenti o per lo meno con minore frequenza.
Stessa cosa vale per il filtro d'Amburgo, tipicamente utilizzato dagli allevatori tedeschi. E' costituito da una spugna a maglia fine per garantire un'enorme superficie per l'insediamento batterico e per evitare l'aspirazione delle baby. Anche questo può funzionare con un areatore o con una pompa elettrica. Avevo già letto in rete di questo filtro e del fatto che richiedesse veramente poca manutenzione, ma credetemi è ancora meglio di quanto si possa leggere; l'ho messo in funzione più di 1 anno fa nella vasca delle yellow fire neon ed ancora non ho mai fatto manutenzione.
Il filtro sottosabbia o under gravel filter (UGF) è un ottimo filtro, solitamente utilizzato con fondi allofani ed ultimamente inflazionato fra gli allevatori asiatici con i cosiddetti filtri a terrazza. Viene affiancato anche a cannolicchi o sfere biologiche in combinazione col fondo allofano. In pratica l'acqua attraversa il substrato e lo trasforma in vero e proprio materiale filtrante, aspirando le sostanze inquinanti. In questo modo il fondo offre una grande superificie per l'insediamento batterico e viene anche continuamente ossigenato, quindi non c'è il rischio che si creino delle zone anossiche.
Infine, il filtro esterno è come sempre una delle migliori soluzioni per affidabilità, funzionalità e anche esteticamente non è visibile in vasca, per cui ha anche questo vantaggio. Nella manutenzione permette di evitare di mettere le mani in vasca, il che non è altro che un beneficio per la stabilità della vasca ed evita stress alle caridine. L'unica accortezza che bisogna avere è quella di schermare l'aspirazione del filtro con una spugna o una rete a maglia finissima per evitare di aspirare le baby.
Il substrato
In un acquario per Neocaridine Davidi si utilizzerà un substrato inerte o al massimo un allofano saturo e scarico, cioè senza effetto tampone sul KH. In questo modo il fondo non inciderà in alcun modo sui parametri dell'acqua. In un acquario per Caridine Logemanni (ex Cantonensis var. crystal) e simili si utilizzerà invece un substrato allofano o attivo; attenzione, allofano non vuol dire fertile, anzi, è bene precisare che è sconsigliato usare fondi ricchi di sostanze fertili, poichè tossiche per le caridine. Il fondo allofano assorbirà carbonati mantenendo il KH a valori prossimi allo zero e di solito un PH che va da 5 a 6/6,5. |
Per quanto concerne il fondo inerte ne esistono di tutti i colori, granulometrie e marche; dipende solo dai gusti estetici personali. Anche per i fondi allofani c'è solo l'imbarazzo della scelta per marche, granulometria e arricchimento con acidi umici, oltre alle decantate e pubblicizzate capacità di mantenere il PH entro un range ben preciso.
L'avvio di un caridinaio richiede molta pazienza soprattutto con fondi allofani. In linea di massima sono sufficienti 30/45 giorni di maturazione della vasca, ma alle volte è meglio non avere fretta e aspettare almeno 60 giorni. Quest'ultima opzione è la mia preferita, sia perchè mi garantisce una "certezza" in ordine alla maturazione del caridinaio, sia perchè in 60 giorni si formerà di sicuro una buona quantità di biofilm e le caridine ringrazieranno di sicuro.
L'avvio di un caridinaio richiede molta pazienza soprattutto con fondi allofani. In linea di massima sono sufficienti 30/45 giorni di maturazione della vasca, ma alle volte è meglio non avere fretta e aspettare almeno 60 giorni. Quest'ultima opzione è la mia preferita, sia perchè mi garantisce una "certezza" in ordine alla maturazione del caridinaio, sia perchè in 60 giorni si formerà di sicuro una buona quantità di biofilm e le caridine ringrazieranno di sicuro.
L'acqua del caridinaio
Predisposti filtro e substrato si procede con il riempimento della vasca con l'acqua. L'acqua deve essere appositamente preparata a seconda della specie che si intende allevare. Partendo dal presupposto che è necessaria un'acqua pura e non inquinata è consigliabile non usare acqua di rubinetto ma acqua di osmosi. Questa, poi, deve essere "corretta" con appositi sali al fine di raggiungere i valori che si desiderano, ossia GH, KH e conducibilità. In pratica l'acqua di osmosi pura è priva di qualsiasi minerale disciolto e ha valori di GH, KH e Conducibilità pari allo zero. |
Grazie all'uso dei sali, come quelli in foto, si possono correggere i valori di GH, KH e Conducibilità in modo controllato. Esistono diverse case produttrici e ognuna di queste commercializza una propria formulazione che richiede un dosaggio differente e raggiunge risultati diversi. Nella scelta dei sali ho sempre adottato questo criterio: facile e veloce solubilità in acqua senza residui. In questo modo semplificherete di molto l'attività di preparazione dell'acqua e non avendo residui non disciolti otterrete valori reali e non falsati.
Personalmente, per l'allevamento delle Davidi utilizzo, ormai da anni, i Salty Shrimp Mineral Gh/Kh+ che, con con 2 gr disciolti in 10 litri di acqua di osmosi, permettono di avere un valore di KH 3, GH 6 e Conducibilità 300/350 microsimens (μS). In pratica questi sali hanno un rapporto Gh/Kh 2:1 e mantengono la conducibilità su valori ideali per allevare neocaridine. In linea di massima, quasi tutti i sali commerciali che incidono sia su Gh che Kh hanno questo rapporto di 2:1.
Per l'allevamento delle Logemanni, ex cantonensis var. crystal, e simili, ormai da anni uso i Salty Shrimp Mineral Gh+ che, con 3 gr disciolti in 20 litri di acqua di osmosi, permettono di ottenere un valore di GH 6, KH 0,40 e Conducibilità 200/250 microsimens (μS). In pratica questi sali hanno un rapporto Gh/Kh 1:0,06 e mantengono la conducibilità su valori ideali per allevare caridine ex cantonensis. Esistono però altri sali, meno sbilanciati e che alcuni allevatori preferiscono a questi.
Considerando i parametri dell'acqua ci tengo a sottolineare che:
Un PH sotto al 7 è molto importante, soprattutto in riferimento alla presenza di ammoniaca (NH3), altamente tossica per le caridine, che si trasforma in ammonio (NH4+). In termini pratici la tossicità dell'ammoniaca (NH3) aumenta considerevolmente con valori di PH superiore a 7. Di seguito una tabella esemplificativa sulla percentuale di NH3 presente in acqua a determinati range di PH e temperatura:
Personalmente, per l'allevamento delle Davidi utilizzo, ormai da anni, i Salty Shrimp Mineral Gh/Kh+ che, con con 2 gr disciolti in 10 litri di acqua di osmosi, permettono di avere un valore di KH 3, GH 6 e Conducibilità 300/350 microsimens (μS). In pratica questi sali hanno un rapporto Gh/Kh 2:1 e mantengono la conducibilità su valori ideali per allevare neocaridine. In linea di massima, quasi tutti i sali commerciali che incidono sia su Gh che Kh hanno questo rapporto di 2:1.
Per l'allevamento delle Logemanni, ex cantonensis var. crystal, e simili, ormai da anni uso i Salty Shrimp Mineral Gh+ che, con 3 gr disciolti in 20 litri di acqua di osmosi, permettono di ottenere un valore di GH 6, KH 0,40 e Conducibilità 200/250 microsimens (μS). In pratica questi sali hanno un rapporto Gh/Kh 1:0,06 e mantengono la conducibilità su valori ideali per allevare caridine ex cantonensis. Esistono però altri sali, meno sbilanciati e che alcuni allevatori preferiscono a questi.
Considerando i parametri dell'acqua ci tengo a sottolineare che:
Un PH sotto al 7 è molto importante, soprattutto in riferimento alla presenza di ammoniaca (NH3), altamente tossica per le caridine, che si trasforma in ammonio (NH4+). In termini pratici la tossicità dell'ammoniaca (NH3) aumenta considerevolmente con valori di PH superiore a 7. Di seguito una tabella esemplificativa sulla percentuale di NH3 presente in acqua a determinati range di PH e temperatura:
Come potrete notare, ad una temperatura X l'aumento di 1 punto di PH comporta un aumento di NH3 di circa 10 volte. Per esempio, a temperatura 20°C e PH 6,5 l'ammoniaca totale è presente allo 0,13%, mentre alla stessa temperatura ma PH 7,5 la concentrazione di NH3 sale a 1,24%, quasi dieci volte il valore iniziale.
E' di tutta evidenza, quindi, che valori di PH sotto al 7 sono auspicabili.
I valori di GH dovrebbero sempre essere pari o superiori a 5; questo parametro è essenziale in quanto un valore al di sotto di 5 potrebbe voler dire deficienza di minerali disciolti in acqua e causare problemi alla muta delle nostre caridine. Parrebbe, inoltre, che i microorganismi atti alla pulizia dell'acqua funzionino meglio a valori alti di GH.
I valori di KH, invece, dipendono molto dalla specie che si alleva e quindi dal substrato adottato e dai sali utilizzati nella preparazione dell'acqua.
Ultima precisazione... in ordine all'elemento acqua, quando si fanno i cambi settimanali del 10/20/30% è necessario farli con acqua che abbia gli stessi valori o per lo meno molto simili a quelli presenti in vasca. Questo per evitare consistenti sbalzi improvvisi dei valori dell'acqua che potrebbero incidere sullo stress e la salute delle nostre amiche. Invece, quando si tratta di rabboccare l'acqua evaporata è necessario farlo solo con acqua di osmosi poichè ciò che evapora è solo l'acqua e non anche i sali disciolti. Sia nel caso di cambi settimanali che nel caso di rabbocchi è bene procedere lentamente, possibilmente goccia a goccia, sempre per la necessità di non creare sbalzi considerevoli.
E' di tutta evidenza, quindi, che valori di PH sotto al 7 sono auspicabili.
I valori di GH dovrebbero sempre essere pari o superiori a 5; questo parametro è essenziale in quanto un valore al di sotto di 5 potrebbe voler dire deficienza di minerali disciolti in acqua e causare problemi alla muta delle nostre caridine. Parrebbe, inoltre, che i microorganismi atti alla pulizia dell'acqua funzionino meglio a valori alti di GH.
I valori di KH, invece, dipendono molto dalla specie che si alleva e quindi dal substrato adottato e dai sali utilizzati nella preparazione dell'acqua.
Ultima precisazione... in ordine all'elemento acqua, quando si fanno i cambi settimanali del 10/20/30% è necessario farli con acqua che abbia gli stessi valori o per lo meno molto simili a quelli presenti in vasca. Questo per evitare consistenti sbalzi improvvisi dei valori dell'acqua che potrebbero incidere sullo stress e la salute delle nostre amiche. Invece, quando si tratta di rabboccare l'acqua evaporata è necessario farlo solo con acqua di osmosi poichè ciò che evapora è solo l'acqua e non anche i sali disciolti. Sia nel caso di cambi settimanali che nel caso di rabbocchi è bene procedere lentamente, possibilmente goccia a goccia, sempre per la necessità di non creare sbalzi considerevoli.
In ordine alla temperatura non esistono regole generalizzate. In linea di massima però, temperature tra i 20° e i 25° vanno bene per tutte le specie. La cosa importante è non scendere al di sotto dei 10° e non salire sopra i 25/26°. Esistono, infatti, molte specie di caridine e le stesse provengono da diverse zone geografiche, dove le temperature sono differenti e oscillano durante la giornata. L'elevata temperatura, ovviamente, fa calare la presenza di ossigeno disciolto in acqua e ciò è dannoso per le caridine, soprattutto per le ex cantonensis. Questo discorso ovviamente non è valido con le sulawesi, per le quali la temperatura non deve mai scendere sotto ai 27°C.
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Con riferimento all'illuminazione bisogna dire che non è necessario esagerare, ma comunque le caridine si adattano bene anche ad illuminazioni spinte. La verità è che, nonostante le caridine abbiano bisogno della luce per sintetizzare il calcio organico (importante per la formazione dell'esoscheletro), nella scelta della tipologia e della potenza dell'illuminazione del caridinaio si tiene più che altro conto delle piante presenti in vasca e delle loro esigenze.
Per esperienza personale mi sento di potervi consigliare una potenza media di illuminazione di 0,5 W/L se si usano neon T5, T8, PL o lampade E27 fino ad un picco di 0,8 watt per litro. |
Se invece parliamo di illuminazione led non vanno presi in considerazione i watt, bensì i lumen. In tal senso è possibile utilizzare delle comuni strip led, dei power led o dei moduli led come quello in foto. Sono tutte soluzioni ottime e che danno buoni risultati anche con la flora in vasca. Per quanto concerne la potenza luminosa mi sento di potervi consigliare un valore medio di 30/40 lumen per litro.
Per quanto concerne la temperatura dell'illuminazione, ossia la tonalità di colore di emissione, consiglio sempre luci fredde da 6500 Kelvin fin anche a 10000 Kelvin.
In ordine alla durata dell'illuminazione in vasca, sebbene non vi siano regole fisse, consiglio sempre di mantenere le luci accese per almeno 8/9 ore. Personalmente arrivo anche a 10/11 ore giornaliere.
Per quanto concerne la temperatura dell'illuminazione, ossia la tonalità di colore di emissione, consiglio sempre luci fredde da 6500 Kelvin fin anche a 10000 Kelvin.
In ordine alla durata dell'illuminazione in vasca, sebbene non vi siano regole fisse, consiglio sempre di mantenere le luci accese per almeno 8/9 ore. Personalmente arrivo anche a 10/11 ore giornaliere.
Passando alla flora diciamo che, in genere, il caridinaio è allestito principalmente con muschi. Le motivazioni sono essenzialmente tre: la prima è che sono di semplice coltivazione in quanto non hanno particolari esigenze in termini di luce e di fertilizzanti; è sufficiente, infatti, poca luce e un pizzico di potassio (non dannoso per le caridine). La seconda è che offrono una grande superficie di insediamento per i batteri e per i micro organismi di cui si cibano i nostri gamberetti e soprattutto le baby. La terza motivazione è che fornisce alle caridine un naturale nascodiglio.
Oltre ai muschi, però, si possono utilizzare anche tante altre piante "semplici": egeria densa, certophillum demersum, limnophila sessiflora, anubias varie, bucephalandre, criptocorine e simili. |
Perchè parlando di flora faccio esclusivo riferimento a piante semplici? La risposta è decisamente importante nella gestione di un caridinaio. Piante semplici non richiedono particolari fertilizzazioni ma si accontentano di pochi millilitri di potassio. Questa scelta riguarda la forte sensibilità delle caridine ad elementi come nitrati, fosfati, ferro, rame, piombo ed altri metalli pesanti. Infine queste piante non richiedono l'immissione di Co2 che andrebbe a contrastare con le necessità dei nostri gamberi di avere alti livelli di concentrazione di ossigeno disciolto in acqua.